In un’epoca di grandi cambiamenti internazionali, sotto il profilo climatico, demografico, socio-economico e culturale, le comunità locali hanno l’obbligo di confrontarsi e discutere internamente sulle proprie traiettorie di sviluppo e sul ruolo che intendono rivestire entro questi scenari, senza subirne passivamente gli impatti, ma agendo da protagonisti.
Il Piano Strategico è lo strumento di governo territoriale che aiuta a costruire dal basso una visione condivisa di città, una rappresentazione di lungo periodo di un’area territoriale, partendo da un’analisi delle sue vocazioni e del contesto più ampio in cui si inserisce, per negoziarne collettivamente le aspirazioni.
Si tratta di uno strumento di governance che agisce su base volontaria e non normativa e che prende avvio su precisa istanza politica, coinvolgendo gli attori socio-economici e i cittadini, in uno sforzo di immaginazione, di co-responsabilità e di co-decisione.
Un vero e proprio laboratorio di autogoverno e di partecipazione, che stimola il partenariato pubblico-privato locale a riflettere criticamente sulle capacità di un territorio, per orientarle costruttivamente nel lungo periodo, attraverso strategie precise di realizzazione, ispirate ai principi di coerenza programmatica dell’azione pubblica e di sostenibilità, a beneficio delle nuove generazioni.
In quest’ottica, la pianificazione strategica, fonda la sua legittimità sull’attivismo delle reti locali associative, della rappresentatività delle imprese, della cittadinanza attiva, creando legami e relazioni forti, attorno a una promessa di cambiamento urbano, negoziata socialmente e in forma trasparente tra amministratori e residenti.
Il Piano rappresenta, di fatto, un atto di cessione democratica del potere di scelta alla comunità, chiamata a condividere le sorti future del proprio territorio, non soltanto esprimendo il proprio sguardo sulle scelte politiche, ma garantendo un solido attivismo civico.